t’amo senza sapere come

di Chiara Carpinteri

“T’amo senza sapere come” è il titolo che dà il nome allo spettacolo di teatro-danza scritto e diretto da Angelo Ruta, interpretato da Pietro Pignatelli e Maria Carpaneto, andato in scena giorno 15 gennaio al Teatro Garibaldi a Modica. Lo spettacolo ha aperto la rassegna “La follia in scena – parte prima” ed è tratto dalle lettere tra Sibilla Aleramo e Dino Campana. “Ho scoperto – spiega il regista – che Campana è uno dei poeti più amati tra i giovani, e uno dei più letti in assoluto”. Lo spettacolo è stato concepito come un racconto – continua – in cui le tracce biografiche emergono a poco a poco e narra di una storia per niente d’amore, alla cui disperazione si aggiunge il disperato bisogno d’amare, dell’uno e dell’altra, ciascuno a suo modo emarginato dalla morale comune. Si tratta di uno spettacolo a due voci, impreziosito da momenti di teatro-danza che rendono in modo straordinario il racconto “visivo”, scandito dalla canzone “Besame Mucho” in diverse interpretazioni, che ne fa da leitmotiv.
Una chiave di lettura quella di Angelo Ruta in questa forma di teatro più intimo che vuole porre l’accento su temi quali la libertà, la passione e la follia.
Lo spettacolo sembra essere stato particolarmente apprezzato dal pubblico: è stato naturale lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalle infinite sensazioni che i versi delle poesie di Dino Campana recitati da Pietro Pignatelli e danzati da Maria Carpaneto hanno suscitato.
Inevitabile immergersi in quell’atmosfera di passione e tormento, tra liti e riappacificazioni e gradire la costruzione e i dettagli delle scene, i costumi e le musiche. Uno spettacolo ricco di pathos, vivo e intimo, in cui si percepisce la stessa sofferenza, gli stessi silenzi, gli allontanamenti ora dell’uno ora dell’altro racchiusi dentro il fitto scambio di lettere tra Dino e Sibilla. La danza e il teatro insieme sottolineano in modo ancora più intimo i momenti salienti di “quel viaggio che chiamavano amore..”, mettendo in risalto le sfumature di un poeta romantico e fragile, ma anche violento e instabile e di una scrittrice famosa, bella, libera, molto corteggiata, innamorata più che altro dell’idea stessa dell’amore, entrambi con alle spalle storie difficili. Pietro Pignatelli e Maria Carpaneto fanno rivivere in modo incalzante la vorticosa e folle danza di sensazioni, emozioni, gioie e dolori racchiusa nelle righe di una poesia in particolare che Dino Campana scrisse a Sibilla Aleramo:

“..le cercavamo insieme,
abbiamo trovato delle rose,
erano le sue rose,
erano le mie rose,
questo viaggio chiamavamo amore,
col nostro sangue e con le nostre lacrime facevamo le rose,
che brillavano un momento al sole del mattino,
le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi,
le rose che non erano le nostre rose,
le mie rose, le sue rose”.

(tratto da “In un momento”, di Dino Campana
a Sibilla Aleramo, 1917)

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