È il suo giocattolo, è il suo specchio


È il suo giocattolo, è il suo specchio

A Gennaio questa foto è una delle cinque vincitrici del concorso fotografico per la Giornata della Memoria 2009 dell’Università della Calabria dal titolo "vedere l’altro".

La foto è un ritratto rubato, scattato al campo Rom de La Favorita di Palermo.
La bimba, di spalle, non solo è la negazione dell’immagine, la nonimmagine, ma soprattutto, come recita il titolo, sottolinea la semplicità e la tranquillità di questo popolo e precisamente dei suoi bambini, così giocherelloni e già così adulti, così sfruttati e malveduti, così orfani della propria infanzia. Racconta l’infinita Shoah di un popolo che – come direbbe Fabrizio De André – meriterebbe per il fatto stesso che gira il mondo da circa duemila anni senza armi il premio per la pace in quanto popolo purtroppo i nostri storici, ma non solo i nostri, preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni o addirittura Stati e si sa che i Rom non possedendo un territorio non possono considerarsi nazione né Stato" (Fabrizio De André, Ed Avevamo gli occhi troppo belli – Princesa e i Rom).
Ancora oggi la loro Shoah, il loro sacrificio umano non finisce nonostante la cittadinanza: italiana.

 

Dedico questo piccolo successo a loro,
i Rom
e soprattutto ai loro splendidi bimbi.

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