Lontani Uguali Vicini Diversi
Dal 2 al 12 agosto 32 giovani di tutta italia sono stati ad Agrigento sfidando caldo, indifferenza e politiche governative per imparare qualcosa di più sul tema dell’immigrazione in chiave cristiana, ma con la chiara intenzione di avvicinarsi, di farsi prossimo, di capire il problema standoci dentro quanto più possibile, cose possibili grazie alla proposta della famiglia Comboniana (in quest’occasione presente al completo sia con i missionari e le missionarie consacrate che con i laici) che ha chiamato questo campo-lavoro "Migranti: frontiere… o ponti?"
È nata quindi la proposta di concludere il campo con un evento pubblico in cui dimostrare tramite le diverse forme espressive dell’arte è possibile spiegare che lo straniero non può essere una frntiera, semmai un ponte.
Il gruppo fotografia introduce così il suo lavoro.
Lontani Uguali Vicini Diversi
Uguali Vicini Diversi Lontani
Qualunque teoria e dimostrazione non potrà mai negare l’appartenenza di tutte le genti al popolo umano…
Allo stesso tempo riconosciamo di non essere tutti uguali, ma tutti diversi.
Mani, piedi, bocche, occhi e profili, angoli di persone che solcano vie di terra e di mare di questo mondo, si incontrano nel punto più estremo del continente europeo.
Un’esperienza di dieci intensi giorni ha messo a confronto nella città di Agrigento due esempi di queste realtà che diventano fotografie e formano ponti culturali, motivo di incontro e di reciproca conoscenza.
Da questa vicinanza nasce questo “studio”, frutto della curiosità di due gruppi di giovani in cerca di particolari che li accomunino ai popoli di terre vicine e lontane e finisce per spogliare ogni certezza, fino a trovarsi tutti – ma proprio tutti – diversi: “Siamo tutti stranieri su questa Terra in esodo” (Pedro Casaldáliga)